Mito: DEMETRA & PERSEFONE

Oggi mi piacerebbe poterti parlare di questo fantastico mito, di cui esistono più versioni e quella più famosa è sicuramente quella del “ratto” tratta dall’inno omerico.

“Demetra dalle belle chiome, dea, veneranda, io comincio a cantare,
e con lei la figlia dalle belle caviglie, che Aidoneo rapì;
lo concedeva Zeus dal tuono profondo, che vede lontano,
eludendo Demetra dalla spada d’oro, dea delle splendide messi
mentre giocava con le fanciulle dal florido seno, figlie di Oceano,
e coglieva fiori: rose, croco, e le belle viole,
sul tenero prato; e le iridi di giacinto;
e il narciso, che aveva generato, insidia per la fanciulla dal roseo volto,
la Terra, per volere di Zeus compiacendo il dio che molti uomini accoglie. “

– Inno a Demetra

Di questo splendido inno ti lascio il link, ma se dovesse incuriosirti la lettura dell’intera opera, ti lascio il link anche di questa. Entrambi i link ti rimandano ad un PDF scaricabile gratuitamente da internet.

Questo mito greco di Demetra e Persefone non solo simboleggia il rapporto d’amore tra madre e figlia, ma ha significati altrettanto forti. Anzitutto, si ha il simbolo della triade femminile, inteso come anzianità (vecchia) – maturità (madre) – fanciullezza (figlia). Questa triade può essere vista come un ciclo, esattamente come il ciclo delle stagioni, ma anche come il ciclo della Vita e della natura: fresca verginità, giovane Terra da fecondare; consapevole maturità, anche sessuale; e raggiungimento della saggezza profonda in un momento di appassimento della materia.

Questi tre passaggi che costruiscono un ciclo, e li vediamo nel percorso che madre e figlia compiono.

Nel mito Persefone viene rapita da Ade, dio degli inferi, mentre è intenta nella sua innocenza a cogliere fiori. Il rapimento avviene per volere di Zeus che intima tutte le altre divinità a non svelare la verità a Demetra. Ma quest’ultima, madre di Persefone, vaga per 9 giorni e 9 notti in cerca della figlia, finché incontra dapprima Ecate che sostiene di aver sentito le urla della ragazza ma di non aver potuto fare nulla, e poi Elios, che preso dai sensi di colpa, rivela tutto l’accaduto alla dea.

Allora Demetra delusa dal comportamento delle altre divinità, abbandona il Monte Olimpo e fa cadere una grande carestia sulla Terra. Tutti gli abitanti del pianeta risentono di questa carestia, finché Zeus non decide di mandare Ermes nel regno di Ade per riportare Persefone alla madre.

Però Persefone per uscire definitivamente dal regno degli inferi deve seguire Ermes, nel frattempo deve resistere alla tentazione di mangiare dei semi di melograno. Tentazione alla quale la giovane però cede, perciò torna in superficie dalla madre, ma poi ogni sarà costretta a ritornare da Ade, e da quel momento solo una volta all’anno potrà tornare sulla Terra.

Esiste però un mito pre-olimpico che non prevede il rapimento di Persefone, bensì essa sceglie di abbandonare l’influenza materna partendo per un viaggio in questa terra buia ed inesplorata, che è l’oltretomba appunto, dove incontrerà Ade, il quale diverrà suo sposo.

In questo caso l’innocenza della piccola Kore (altro nome con cui viene indicata la fanciulla nel mito) abbandona l’immaturità, che caratterizza la sua giovane età, proprio nel suo viaggio nell’oscurità. L’incontro con molte anime le permette di abbandonare il mondo fiabesco e sviluppare la maturità che la porterà a scegliere di tornare nel “mondo di sotto”.

La madre dal canto suo passa attraverso la sofferenza della perdita, la perdita della figlia con la quale aveva instaurato un rapporto eccessivamente morboso, e perciò si trova smarrita non vedendola tornare. Poi però, quando la figlia torna per avvisare che sarebbe tornata periodicamente in superficie ma che il resto della sua vita l’avrebbe condotto al fianco di Ade, Demetra si trova ad affrontare definitivamente la perdita. Lasciando libera la figlia, ed accettando la sua decisione di prendersi cura delle anime smarrite e doloranti nell’oltretomba, giunge all’ultima tappa del percorso, la saggezza. Ecco che grembo di Demetra allora si svuota metaforicamente parlando, e lascia andare la figlia intesa anche come la bambina che è in lei, per poter raggiungere serenamente la vecchiaia.

Questo percorso poi si ripete ogni anno, con le stagioni. L’inverno è il momento di attesa del ritorno di Persefone, periodo durante il quale la madre rimane senza la figlia. La primavera sono gli annunci del ritorno di Persefone. L’estate è l’esplosione di Vita per il ricongiungimento di madre e figlia. L’autunno l’avvio di Persefone verso la ridiscesa negli inferi, periodo durante il quale, così come gli alberi lasciano andare le foglie per coprire le radici e tenerle al caldo, così Demetra lascia andare la figlia consapevole che ritornerà l’anno successivo.

Ancora più simbolicamente questo mito può riferirsi anche al ciclo di Vita di ognuno, può essere anche associato agli archetipi incontrati durante le proprie fasi evolutive (se ragioniamo in termini di astrologia archetipica), ma più in piccolo può anche rappresentare il ciclo che una donna affronta ogni mese, il ciclo che culmina con il ciclo mestruale e che rappresenta morte e rinascita (a tal proposito ti rimando a questo interessante libro).

Concludo lasciandoti un ultimo spunto legato a questo mito, ovvero un interessante video dove si parla dei misteri eleusini, i quali vengono qui legati ad Atlantide. Si tratta di uno spunto che va oltre il semplice mito che ti ho appena portato, ma che se vuoi approfondire vale la pena ascoltare, ma soprattutto vale la pena seguire l’intero percorso tracciato dallo snocciolarsi delle varie puntate.

Il sentiero di Atlantide – I Misteri Eleusini

Gianluca Lamberti e Nicola Bizzi

Buon proseguimento!

Enjoy the Journery!
Samsara

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